Partoriente al punto nascita che non c'è più, scatta il protocollo 118

ATRI – Nonostante il tam tam mediatico e le proteste, i ricorsi al Tar e le manifestazioni di piazza sul punto nascita dell’ospedale San Liberatore di Atri, c’è ancora chi per partorire si reca al nosocomio atriano. O meglio, in questo caso viene inviata a partorire ad Atri da personale di consultorio… evidentemente non aggiornato. Con il risultato che si mette in moto la macchina dell’emergenza, per far fronte alla necessità di far nascere un bimbo in assoluta sicurezza in una struttura dove non c’è più un reparto per le partorienti e tantomeno una rianimazione e perdipiù pediatrica. E’ successo nel pomeriggio: al pronto soccorso del San Liberatore si è presentata una donna in stato interessante, con gravidanza a termine e contrazioni in atto dopo che ieri a Pescara non era stata ricoverata. Che fare? Dopo un consulto tra i vertici dei componenti del Dipartimento di emergenza urgenza della Asl di Teramo (il direttore del 118, dottor Santicchia, e del pronto soccorso, dottoressa Rossi) è stato messo in pratica il protocollo elaborato dall’azienda sanitaria: è stata state inviata ad Atri l’ambulanza attrezzata, per la rianimazione, che così ha doppiato quella per assistenza pediatrica con termoculla, oltre al personale infermieristico e al ginecologo. La partoriente è stata presa in gestione dal 118 e considerato che il parto era diventato imminente, è stata assistita nel mettere al mondo una bella bimba che chiameremo Noemi, nelle sale parto ormai in disuso da circa tre mesi. Mamma e figlia, appen stabilizzate sono state dunque trasferite, ciascuna con la propria ambulanza all’ospedale di Teramo dove adesso sono ricoverate per il decorso post-parto. Situazione risolta, dunque, ma resta la raccomandazione: ricordare alle partorienti della zona di girare l’auto verso Teramo o verso Pescara.